I RAGAZZI DELLE COMUNITA’ PSICHIATRICHE DI ODA PER IL VIVAIO ETERNOT: INNAFFIAMO LA SPERANZA
La prima “innaffiata “ si è tenuta pochi giorni dopo la apertura ufficiale e c’era anche Gea Casolaro, per un primo passaggio di consegne operative . Di cosa parliamo? Del progetto di cura del vivaio Eternot, a cui aderiscono gli ospiti delle comunità psichiatriche di ODA , inaugurato in settembre insieme al Parco sorto sulle ceneri della fabbrica dell’Eternit e che vede la meravigliosa opera dell’artista Gea Casolaro crescere, letteralmente, poco a poco, sotto forma della pianta “davidia involucrata”, detta anche l’albero dei fazzoletti, pronti a volare, tra qualche mese, verso i luoghi del mondo dove si attua la bonifica dall’Eternit. Si tratta di un primo step di un lungo percorso virtuoso che dovrà portare al mantenimento e cura continuativa dell’opera dell’artista e che vede ODA dare il suo contributo accanto ad altri Enti e associazioni del territorio. Due volte a settimana a turno, i ragazzi de L’ Abbazia, La Cappuccetta, Villa Raffaella e dei Gruppi Appartamento, si recano al vivaio, insieme ai loro educatori, e si prendono cura sia delle due piante madri piantate nel terreno, che di quelle in vaso, avendo soprattutto cura di bagnarle e di controllarne lo stato. E’ una iniziativa che ODA ha proposto nei mesi scorsi al Comune, nell’ambito di una precisa scelta di interazione degli ospiti delle comunità rispetto alla città e al territorio e come uno dei tanti progetti riabilitativi di integrazione in corso . Del resto, le attività a contatto con la terra e il gardening, sono da sempre uno degli strumenti educativi su cui gli operatori e gli educatori delle comunità hanno puntato , non senza alcuni momenti di sperimentazione e innovatività, come l’orto sinergico ad esempio. Come esperienza del tempo futuro, della speranza, della possibilità, del dopo. Che è esattamente lo spirito con cui è nato il vivaio Eternot.